TREVISO

Nell’immobile campagna che la circonda, Treviso appare come un’isola verde, un’oasi di acque e fiori, elegante ma senza sfarzo. Libero comune, signoria dei Da Romano, dei Da Camino, degli Scaligeri, la Treviso medievale sarà cantata da poeti e trovatori come esempio splendido di “città cortese”, ricca, elegante e colta. Chi percorre oggi le sue strade non deve dimenticare di ricercare le tracce degli affreschi che decoravano le facciate degli edifici e di cui i visitatori di tutti i tempi parlano incantati. Passata sotto il controllo di Venezia (1339) ne diventerà, agli inizi del XVI secolo, l’estremo baluardo fortificato di terraferma. Costretta per due secoli al ruolo di città-fortezza, si riattiverà nel ‘700 con la ripresa culturale illuminista, di cui saranno fulcro Jacopo Riccati e la sua scuola. Proprio allora sarà avviato anche un processo di modernizzazione del centro, che avrà il suo culmine nel secolo successivo quando, potenziati i percorsi carrabili e realizzato il collegamento ferroviario con Venezia (1851), i canali finiranno con il perdere il loro ruolo storico di vie di comunicazione. Piazza dei Signori Centro della città, questo spazio pubblico conserva le vesti più che l’autenticità del vecchio centro di governo comunale. Sul lato maggiore, la Prefettura è ospitata nel palazzo del Podestà, ricostruzione neoromanica del 1877, sovrastato da una rifatta Torre civica. A sinistra è il palazzo Pretorio, che mostra su Casalmaggiore una facciata a bugne seicentesche e verso la piazza un prospetto ottocentesco. La piazza centrale accoglie anche il palazzo dei Trecento, in cui si riunivano le assemblee comunali (composte appunto da 300 membri) e trovavano sede le magistrature cittadine. Originario della prima metà del XIII secolo, ma quasi del tutto ricostruito dopo i bombardamenti dell’ultima guerra (1946-52), il palazzo rivolge su piazza Indipendenza lo scalone (1906) e, con il suo piano terreno a loggia, costituisce il “salotto” della città. Poco distante, all’angolo tra via Santa Margherita, il cui tracciato ricalca quello del cardo romano, e via Martiri della Libertà, l’antica “via regia”, è la loggia dei Cavalieri (1276-77), sorretta da archi in laterizio sotto i quali, nel medioevo, si riuniva l’aristocrazia trevigiana. Pur non trattandosi di un luogo adibito a funzioni politiche, ma piuttosto di un ritrovo esclusivo (una sorta di “club”), venne sempre attribuito alla loggia un ruolo rappresentativo dell’immagine urbana. Ricostruita l’ala danneggiata dai bombardamenti del ’44, sono comunque quasi perdute le decorazioni di soggetto cavalleresco che ne rivestivano interno ed esterno. Allontanandosi dal centro, si può raggiungere il canale deiBuranelli, con case porticate che si riflettono nell’acqua a formare un caratteristico scorcio dell’antica Treviso. Dal portico acciottolato che corre lungo il canale si raggiunge piazza Rinaldi, ampio campiello su cui si affaccino il cinquecentescopalazzo Rinaldi, la seicentescaosteria della Colonna, che nei primi del ‘900 fu ritrovo di artisti, e un palazzetto del XV secolo decorato con affreschi ispirati ai “Trionfi” di Petrarca. Duomo Giungendo dal Calmaggiore, su cui svetta la torre con cella campanaria impostata alle spalle del Battistero, la chiesa si presenta dal lato delle cappelle absidali, che Pietro Lombardo aggiunse tra ‘400 e ‘500 alle originarie navate romanico-padane. Edificata tra l’XI e il XII secolo, l’antica cattedrale sorse sulle fondamenta di un tempio paleocristiano, di cui restano tracce in via della Canoniche, Il coronamento a cupolevenne invece costruito nel XVIII secolo da Andrea Memmo e Giovanni Antonio Selva secondo il progetto di Giordano Riccati, risultato vincitore al concorso bandito nel 1750, cui si deve la radicale ristrutturazione della fabbrica. Completa la sovrapposizione di stili il pronao neoclassico di facciata (1836), ai lati del quale si trovano i due leoni stilofori in marmo rosso di Verona che reggevano il protiro dell’edificio romanico. Le molteplici sovrapposizioni cronologiche hanno lasciato sulla fabbrica segni anche insoliti: sul lato esterno che guarda verso il Calmaggiore è inglobato nella muratura un bassorilievo romano raffigurante una Baccante che danza (I secolo). Nell’interno, in fondo alla navata destra, si apre la cappella dell’Annunziata, progettata da Tullio e Antonio Lombardo (1518-23). Importanti dipinti suono alla parete sinistra del vestibolo: Adorazione dei pastori e Pala di San Lorenzo di Paris Bordone,Madonna del fiore (1487) di Girolamo da Treviso il Vecchio e Assunzione della Verginedi Domenico Capriolo. La cappella vera e propria, decorata di affreschi (1520) del Pordenone, conserva all’altare un’Annunciazione di Tiziano, opera che scardina la composizione tradizionale, in cui Vergine e angelo si fronteggiano simmetricamente, introducendo un nuovo rapporto spaziale; tra le due figure principali emerge l’immagine (rifacimento successivo) del committente. Il presbiterio della chiesa corrisponde al primo intervento di Pietro Lombardo (1488) assieme ai figli Tullio e Antonio; a tutti e tre spetta il monumento del vescovo di Zanetto (1486) alla parete sinistra. Alla sinistra del presbiterio, la cappella del SS. Sacramento è opera del primo ‘500; al medesimo ambiente artistico appartiene il monumento del vescovo Nicolò Franco (1501), nel vestibolo, a sinistra. Parte della chiesa primitiva è la cripta sotto l’abside, divisa in tre navate da 68 colonnine con capitelli di recupero.

 I dintorni di Treviso e il Terraglio

Le sorgenti del Sile Interessante dal punto di vista ambientale è il Parco naturale regionale del Sile, maggiore fiume italiano di risorgiva, che comprende l’intera area fluviale dalle sorgenti fino alla foce a Portegrandi. Tre gli ambienti che il fiume offre nel suo corso: le zone umide e paludose vicino alla sorgente, il tratto tortuoso che precede l’entrata in Treviso e, infine, il paesaggio lagunare che assume avvicinandosi alla foce. Per raggiungere le sorgenti ci si deve dirigere, uscendo da Treviso, verso ovest lungo la statale 515, Noalese. Testimonianza del passato resta aPaese la tardogotica casa Quaglia, una delle prime dimore rurali derivate nel XV secolo da modelli urbani; nella Parrocchiale, pala di Girolamo da Treviso il Vecchio. Da questo centro segue a sinistra la strada che conduce a Santa Cristina, in prossimità della quale è l’oasi naturalistica di Cervara. Continuando a risalire il fiume su strade minori si raggiungono Cavasagra e Casacorva dove la segnaletica guida alle sorgenti del Sile, 1000 ettari di canneti, polle e piccole paludi. Il basso Sile e l’area a sud-est di Treviso Ci si muove sempre nell’area del Parco naturale del Sile, popolato da un’interessantissima avifauna. Sull’affluente Musestre, si trova invece il centro vitivinicolo di Roncade, raggiungibile da Silea muovendo in direzione Biancade e da qui piegando verso sud. Merita segnalazione la tardo-quattrocentesca villa-castello Giustinian, probabilmente ascrivibile alla cerchia di Mauro Codussi, considerata prototipo fondamentale verso la definizione dell’architettura di villa. L’edificio, tuttora adibito ad azienda agricola, presenta uno dei primi casi di introduzione di elementi classici, come la doppia loggia a triplici arcate e il timpano, nella tipologia della residenza medievale. Poco più a nord, a Monastier di Treviso è visitabile l’ex abbazia di Santa Maria del Pero (antico nome del fiume Meolo), monastero benedettino sorto nel X secolo, quando la località era un attivissimo porto fluviale.

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